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Agenesia dentaria: come comportarsi?

Per agenesia dentaria si intende la mancanza di uno o più denti fino alla mancanza di tutti i denti. Le agenesie possono interessare sia i denti da latte che i denti definitivi, sono più frequenti nelle femmine rispetto ai maschi e si verificano soprattutto tra consanguinei. Percentualmente i denti più interessati sono i denti del giudizio sia superiori che inferiori, gli incisivi latrali superiori e i secondi premolari inferiori. Possono mancare sia singolarmente che in coppia. Se molta rara è la agenodonzia (l’assenza totale della dentizione decidua) così come l’ablastodonzia (la mancanza di tutti i denti permanenti), la oligodonzia (mancanza di alcuni denti da latte) e la ipodonzia (mancanza di alcune denti permanenti) colpiscono circa il 10% della popolazione.

QUALI SONO LE CAUSE ?

L’agenesia è sempre riferibile alla mancanza o al danneggiamento del follicolo dentario cioè della struttura che da origine al dente. Il follicolo può mancare per un difetto genetico o per danneggiamento che avviene durante la fase dello sviluppo per motivi infettivi, traumatici o metabolici o deficienze vitaminiche. Le forme più gravi si verificano in sindromi complesse che interessano contemporaneamente vari organi. Ci si accorge della mancanza di un dente solitamente durante il periodo della permuta quando, dopo la caduta del dente da latte, non erompe il dente definitivo corrispondente. Occorre prestare molta attenzione per capire se manca effettivamente il dente oppure se questo è rimasto “intrappolato” sotto gengiva e quindi non può erompere. La certezza la si ottiene con un esame radiografico che permette di valutare la presenza o meno del dente definitivo e dei suoi rapporti con denti vicini e le altre strutture anatomiche.

COSA SUCCEDE SE MANCANO UNO O PIU’ DENTI?

La agenesia di uno o più denti determina tutta una serie di problematiche di ordine sia funzionale che estetico e psicologico. Prima di tutto bisogna considerare l’età del paziente. Nel caso di bambini l’agenesia provoca nei genitori ansia che inevitabilmente si riflette sul figlio (i genitori si preoccupano a volte in maniera esagerata e trasmettono tale loro stato ai figli anche in maniera inconsapevole). Se il problema dell’ agenesia si verifica nell’età dell’adolescenza spesso si ha un notevole disagio psicologico proprio in un momento così delicato nella formazione del carattere della persona (classico è l’esempio di ragazze con la mancanza del laterale incisivo superiore). Infine se l’ agenesia viene compresa nell’età adulta si innescano ancora altri meccanismi con problemi di relazione sociale (basti pensare alle criticità legate all’attività lavorativa). In generale la mancanza di uno o più denti viene vissuta come una “mutilazione” del proprio corpo con una distorsione del se corporeo e una grave mancanza estetica. Per quanto riguarda le problematiche funzionali queste riguardano sia l’occlusione che l’ortodonzia. L’agenesia anche di un solo dente implica tutta una serie di conseguenze sugli altri denti e sul complesso dell’apparato della masticazione con possibili implicazioni gnatologiche e ortodontiche. Si possono verificare rotazioni, dislocazioni, movimenti del denti in varie direzioni con conseguenti malposizionamenti . Infine bisogna considerare il lato economico, poiché spesso il trattamento è multidisciplinare e implica la partecipazione di specialisti nelle varie branche odontoiatriche e per un lasso considerevole di tempo: tutto ciò si traduce in piani terapeutici lunghi e costosi.

IL TRATTAMENTO DELLE AGENESIE

Da quanto detto si evince che il trattamento della mancanza congenita dei denti è sempre una terapia complessa e carica di incognite con varie opzioni terapeutiche. Occorre considerare l’età del paziente, quanti denti mancano, la posizione dei denti mancanti, il grado di collaborazione, le implicazioni funzionali e estetiche, etc. In ogni caso è necessario prima di tutto fare un accurato esame con indagini radiografiche (ortopantomografia e cefalometria) e valutare l’età del soggetto. In linea di massima si possono seguire tre diverse opzioni: ortodonzia, protesi, oppure la combinazione tra ortodonzia e protesi. Nel primo caso usando solo il trattamento ortodontico si chiude lo spazio che si è venuto a creare per la mancanza del dente: è una soluzione di “ripiego” nel senso che ci si accontenta di chiudere il vuoto senza poter ristabilire melmoso ottimale la masticazione l’estetica. Se invece si decide di fare un trattamento protesico occorrerà coinvolgere i denti adiacenti e costruire un ponte per chiudere lo spazio oppure con un apparecchio rimovibile parziale. Anche qui si tratta di una soluzione “non ottimale” in quanto si deve intaccare dei denti sani oppure usare un apparecchio mobile che crea un certo discomfort. Si può anche usare anche una soluzione tipo Maryland Bridge ma anche questa è una terapia difficilmente perseguibile nel tempo. Allo stato attuale delle conoscenze mediche la migliore soluzione è quella che implica sia l’ortodonzia che la protesi e la chirurgia implantare (purtroppo è anche quella più lunga nel tempo e più costosa). Si tratta di operare in varie fasi distinte per un certo arco di tempo: la prima consiste nel creare lo spazio giusto per il futuro dente tramite l’ortodonzia e “bloccare” tale spazio tramite una protesi provvisoria. Stabilita la fine crescita del paziente si potrà inserire un impianto endosseo tramite la chirurgia implantare. Una volta raggiunta l’osteointegrazione dell’impianto si procedere con la protesi definitiva. In definitiva la terapia dell’agenesia dentaria può risultare molto impegnativa sia per il paziente che per il professionista che dovrà attentemente valutare i costi e i benefici di uno o dell’altro trattamento così come soppesare i vari vantaggi e svantaggi per poter individuare la migliore soluzione. Non esiste un trattamento unico: occorre ricercare quello che è migliore per quel determinato paziente ovvero perseguire una terapia mirata e individuale al fine di ottenere risultati ottimali sia estetici che funzionali.

Alitosi: in cosa consiste e come combatterla

L’ alitosi è il cattivo odore che si diffonde dalla bocca o dal naso durante la respirazione. In sé l’alitosi non è una malattia bensì solo una conseguenza di determinati abitudini sociali o comportamenti alimentari oppure può rappresentare un sintomo di patologie anche gravi. Il classico odore sgradevole è determinato dai composti volatili solforati (una vera e propria puzza di zolfo …) e ciò rappresenta una problematica sociale in quanto può causare un notevole disagio negli interlocutori. Di alitosi ne soffre gran parte della popolazione, a qualsiasi età e sesso e tende a progredire con l’aumentare dell’età.

QUALI SONO LE CAUSE DELL’ALITOSI?

L’alitosi è determinata da diverse cause e concause che agiscono in sinergia. Nella stragande maggioranza dei casi l’origine dell’alitosi è localizzata nella bocca. Più in particolare l’alitosi è provocata dalla putrefazione dei residui alimentari operata dai batteri che albergano nel cavo orale. I batteri di tipo anaerobico (cioè i batteri che vivono in un ambiente privo d’ossigeno) che sono presenti in zone particolari come gli stretti spazi tra dente e dente (spazi interdentali) oppure in prossimità di ricostruzioni dentali non ben eseguite o ancora su protesi e dentiere (specialmente se sono di vecchia data e rappresentano un terreno ideale per lo sviluppo dei batteri), producono gas di fermentazione e soprattutto composti volatili dello zolfo che, con il respiro, passano all’esterno. Determinati alimenti (latticini, aglio, cipolla, zuccheri, spezie, etc) favoriscono l’alitosi così come i processi cariosi destruenti e le malattie gengivali o le parodontopatie. E’ da notare che anche il digiuno prolungato può causare l’alitosi. Una condizione come la xerostomia (mancanza di saliva con conseguente secchezza della bocca) rappresenta una concausa per l’insorgenza dell’alitosi così come l’abuso di alcool o di tabacco o l’uso di determinati farmaci.
In ogni caso la causa principale è da ricercare nella scarsa igiene orale che determina la formazione della placca batterica e la proliferazione dei batteri su denti, gengiva e lingua. In special modo la lingua rappresenta un ricettacolo di batteri a causa della sua conformazione e spesso ne determina l’insorgenza (in questo caso si rileva una lingua “impaniata” con una patina biancastra – giallastra oppure marroncina).Esistono tutte una serie di cause extra orali cioè determinate da situazioni al di fuori della bocca. La causa più frequente è legata a difficoltà digestive dopo un pasto abbondante, soprattutto con alimenti speziati e saporiti, che causano la formazione di gas che risalgono verso la bocca. L’alitosi può essere provocata da malattie dello stomaco (gastristi, dispepsie, ulcera, ernia iatale), dall’intestino (diverticoli, tumori), infezioni da Helicobacter Pilori, malattie del distretto facciale (sinusiti, infezioni seno mascellare, riniti, ipertrofia di turbinati), malattie del fegato e malattie dell’apparato respiratorio (tonsilliti, faringiti, bronchiti). Anche malattie come il diabete o malattie dei reni possono determinare l’alitosi. Infine occorre menzionare l’abuso di sostanze come tabacco, alcool e caffè oppure cibi come aglio, cipolla, latticini, zucchero, etc che provocano eccessiva fermentazione nel tratto intestinale. Come si vede le situazioni che possono provocare questo fastidioso disturbo sono varie sia per gravità che per frequenza. Addirittura il prolungato digiuno (oltre i tre giorni) può provocare l’alitosi!.

QUAL È LA CURA?

Perseguire la migliore igiene orale è il primo passo per curare l’alitosi. Eliminare ogni frammento o residuo di cibo è fondamentale per evitare che i batteri possano avere un substrato adatto a proliferare. Nello stesso modo bisogna rimuovere la placca. Inoltre occorre spazzolare accuratamente (soprattutto il terzo posteriore) della superficie della lingua e utilizzare il filo interdentale per eliminare residui alimentari. Infine il regolare uso di un collutorio ad azione antisettica permette di diminuire la carica batterica presente nella bocca. L’utilizzo di gomma da masticare (senza zucchero naturalmente!) permette la rimozione di meccanica dei residui di cibo. In commercio esistono prodotti specifici per combattere l’alitosi contenenti sostanze come il fluoro, lo zinco e gli oli essenziali.

E LA PREVENZIONE ?

Prevenire l’alitosi vuol dire prima di tutto avere uno stile di vita sano e regolare, senza eccessi (soprtatutto legati a pasti abbondanti, alimenti partiocari, fumo, alcool). L’altro caposaldo è quello di seguire una scrupolosa igiene orale utilizzando con regolarità quotidiana spazolino, dentifricio e collutorio. Tenere pulita la bocca, regolari controlli dal dentista, almeno una seduta di igiene e di detartarsi una volta all’anno sono indispensabili.