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settembre 2016

Macchie sui denti: perchè si formano? Come rimediare?

Capita molto spesso che il paziente si rivolga al dentista perché nota delle antiestetiche colorazioni sui denti che molto generalmente vengono definite “macchie sui denti”. Si tratta di pigmentazioni di varia dimensione (dal semplice puntino fino a comprendere tutta la superficie del dente) e di vario colore (dal nero, al marrone, al giallastro, al biancastro, al violetto, all’azzurro anche se predominano i colori più scuri) e che sono riconducibili a varie cause in diversi momenti della vita.

PERCHE’ SI FORMANO LE MACCHIE SUI DENTI?

Esistono moltissimi tipi di macchie sui denti. Possiamo identificarle in base al colore e alla causa che le hanno provocate. Tra le cause più comuni annoveriamo quelle color nerastro e marrone scuro provocate dai processi cariosi. La carie “mangiando” lo smalto e la dentina, man mano che penetra in profondità del dente, provoca una colorazione che è più scura procedendo verso il centro del dente. Un’altra causa molto frequente è il depositarsi di nicotina sulla superficie dei denti (sopratutto per chi fuma il sigaro) con una colorazione fortemente giallastra o marrone scuro. Anche l’assunzione in alte dosi di cibi e bevande colorate (caffè, tè, etc) provocano una colorazione giallastra. Naturalmente la cattiva o insufficiente igiene orale non fanno altro che peggiorare la situazione con la deposizione di tartaro. La fluorosi (malattia del fluoro) ovvero la mancanza oppure l’eccesso di fluoro determina una colorazione dei denti (caratteristiche sono le cosiddette “macchie gessose” di colore biancastro o marroncino chiaro). Cause iatrogene invece sono quelle dovute alle cure canalari in cui il dente privo di polpa e di vitalità (si dice che il dente “è morto”) per cui progressivamente la superficie si scurisce e quelle provocate dall’assunzione di particolari antibiotici (soprattutto le tetracicline) durante la fase dello sviluppo oppure durante la gravidanza con passaggio di molecole di antibiotico dalla madre al feto. Nell’età adulta può anche avvenire con l’assunzione di un antibiotico detto minociclina. Altre cause iatrogene sono riconducibili a vecchi restauri protesici (capsule e ponti) e alle otturazioni in amalgama (che rilasciano metalli pesanti e che vanno a “tatuare” in maniera permanente smalto del dente e gengive vicine). Infine l’uso eccessivo di colluttori contenenti alti dosi di clorexidina (oltre lo 0,12%) possono causare colorazioni sui denti e sulla lingua.

COME RIMEDIARE ALLE MACCHIE SUI DENTI

Il tipo di trattamento da intraprendere dipende dalla causa che ha determinato il problema, dalla quantità di superficie interessata e dalla profondità ove si localizza la discromia. Se il problema è superficiale e semplicemente dovuto al depositarsi di sostanze che non hanno intaccato lo smalto, quindi essenzialmente per una scarsa igiene, allora sarà sufficiente effettuare delle sedute di igiene orale professionale per eliminare l’inestetismo (usando tecniche di micro abrasione con bicarbonato di calcio fino ad arrivare allo sbancamento con lampade o laser). Se la macchia è causata da una carie ovviamente si dovrà seguire una terapia odontoiatrica restaurativa nell’ambito della conservativa con otturazioni o ricostruzioni. Se invece la causa è profonda e non eliminabile e se le macchie interessano tutta la superficie del dente l’unico modo sarà quello di ricorrere alla protesi con faccette in ceramica oppure capsule in oro – porcellana. Poi l’utilizzo quotidiano di spazzolino abbinato a un dentifricio specifico, l’uso di un collutorio senza clorexidina e del filo interdentale garantiranno una giusta prevenzione e il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti.

La carie dei denti: come si sviluppa?

La carie è la malattia che intacca i tessuti duri del dente (smalto e dentina). La carie può essere superficiale o profonda cioè può limitarsi agli strati più superficiali del dente oppure scendere in profondità fino al centro del dente e infettare la polpa dentaria con conseguente ascesso del dente. La carie è una malattia a origine batterica e il principale responsabile è lo Streptococco Mutans che può elaborare gli zuccheri presenti nella dieta e trasformarli in acidi che intaccano la superficie del dente, iniziando così a “scavare” gli strati più esterni dello smalto. Se non curata la carie tende a estendersi e scendere in profondità verso la dentina e infine arrivare alla polpa presente nel cuore del dente. Una volta che i batteri arrivano alla polpa dentaria si viene a formare l’infiammazione del nervo con acuto dolore.

COME SI SVILUPPA LA CARIE DEI DENTI

Perché si formi la carie nel dente occorre che si verifichino quattro fattori contemporaneamente: i batteri, gli zuccheri, la predisposizione, il tempo. Vediamoli in dettaglio. Il primo fattore da considerare sono i batteri che sono i microrganismi presenti normalmente nel cavo orale. I batteri elaborano gli zuccheri presenti negli alimenti (secondo fattore) e che ristagnano in bocca per un certo periodo di tempo (terzo fattore). Il concetto fondamentale è che devono necessariamente essere presenti nel medesimo lasso di tempo sia i batteri che gli zuccheri e che i batteri abbiamo il tempo di elaborare gli zuccheri e produrre così gli acidi che hanno la capacità di intaccare lo smalto. Mentre questi tre fattori sono parzialmente controllabili il quarto fattore (la predisposizione genetica) è ineludibile per cui ognuno di noi nasce con un ceto rischio di sviluppare la carie.

LA TERAPIA DELLA CARIE

La carie dentaria deve essere completamente rimossa dal dentista tramite sistemi manuali e meccanici. Il principale strumento è il trapano (turbina o turbotrapano) che permette l’utilizzo di frese diamantate che incidono efficacemente sulla superficie del dente e rimuovere il tessuto danneggiato dai batteri. Occorre rimuovere tutto il tessuto infettato dai batteri per evitare che si riformi una carie ripulendo con accuratezza la superficie del dente. Una volta preparata la cavità del dente tale spazio deve essere riempito per ripristinare la struttura del dente e la sua funzionalità. Attualmente il materiale di scelta è rappresentato dal composito, un cemento costituito da resine che hanno la caratteristica di indurire a una determinata lunghezza d’onda tramite particolari lampade fotopolimerizzatrici. Altri materiali sono l’ amalgama (ormai abbandonata per la sua forte tossicità a causa della presenza di mercurio) e resine (poco usate perché ormai superate dai compositi). I compositi permettono una ottimale ricostruzione del dente sia per quanto riguarda il recupero della completa funzionalità sia per il risultato estetico con totale ristabilimento del colore del dente

La lingua: tutto quello che c’è da sapere

La lingua è considerato un vero e proprio organo all’interno del nostro organismo: un organo molto complesso dal punto di vista anatomico e che riveste diverse funzioni nella vita sociale e di relazione di ogni individuo. E’ un organo multiruolo con funzioni insospettabili a un primo esame superficiale. Quindi andiamo a osservarla e a scoprire i suoi segreti.

COM’È STRUTTURATA

La lingua è essenzialmente un muscolo costituito da tutta una serie di muscoli più piccoli. Li possiamo dividere in muscoli estrinseci (cioè che partono da strutture anatomiche vicine e che pertanto la vincolano con il cranio) e in muscoli intrinseci (cioè muscoli che costituiscono il corpo vero e proprio della lingua e che decorrono in varie direzioni avendo come base di ancoraggio uno scheletro fibroso posto all’interno della lingua stessa). Il muscolo è poi ricoperto totalmente da una mucosa di diverso spessore nelle varie zone e che comprende una moltitudine di strutture dette papille gustative (o più propriamente dette calici gustativi). Inoltre la lingua ha una arteria linguale di grosso calibro poiché è altamente vascolarizzata e soprattutto possiede una ricca innervazione per mezzo dei nervi cranici e del nervo linguale, che è il più importante tra questi.

A COSA SERVE

Poiché essa è una struttura anatomica molto complessa ha anche diverse funzioni. Prima di tutto la lingua è l’organo del gusto e dei sapori (senza la lingua non sapremmo distinguere tra il dolce e l’amaro, tra il salato e l’acido e così via). Sempre per quanto riguarda la sensibilità la lingua possiede una elevatissima sensibilità propriocettiva cioè distingue al “tatto” tutto quello che viene introdotto nel cavo orale. Poi la lingua è il muscolo più forte del nostro corpo (in rapporto alle sue dimensioni) ed è fondamentale per la respirazione (aiuta il flusso dell’aria sia in uscita che in entrata), per la deglutizione (dirige il flusso salivare) e naturalmente per l’alimentazione (serve sia a preparare il bolo alimentare mescolando saliva e cibi che per inghiottire i bocconi e dirigerli verso l’esofago). Poi la lingua serve per una corretta fonazione articolando le parole. Infine essa è un organo che determina la postura cioè aiuta il cervello a determinare l’esatta posizione nello spazio del nostro corpo. Quindi la lingua possiede moltissime funzioni e una menomazione della lingua causerà un deficit più o meno marcato di ognuna di queste influendo anche pesantemente sulla vita della persona.

Vitamina C: i benefici sull’igiene orale

Il nostro organismo per funzionare correttamente necessita di tutta una serie di sostanze che obbligatoriamente dobbiamo assumere con l’alimentazione: è ciò che comunemente viene definito come dieta. Una dieta sana e equilibrata comprende cinque elementi fondamentali (oltre all’acqua) e cioè , proteine, grassi, carboidrati, sali minerali e vitamine. Le vitamine in particolare sono delle proteine che permettono il corretto funzionamento del metabolismo corporeo tramite l’attività enzimatica. Nel caso della vitamina C (detta anche acido ascorbico) questa si trova nella frutta e nella verdura (è presente nelle arance, limone, lime, crauti, cavoli, peperoni, latte, etc) e svolge moltissime funzioni metaboliche. Tra le principali azioni ricordiamo che si comporta come un antiossidante (riduce la formazione dei super ossidi e dei radicali liberi responsabili dei processi di invecchiamento e della formazione dei tumori), stimola la funzione immunitaria (promuove la formazione di anticorpi e di interferone rafforzando le difese immunitarie) ed è un elemento fondamentale nella biosintesi del collagene (serve per la formazione del tessuto connettivo, per la guarigione delle ferite e per mantenere un corretto trofismo dei tessuti quali ossa, cartilagine e muscoli). E’ un micronutriente che deve essere assunto giornalmente e in quantità adeguata.

LA VITAMINA C e LE GENGIVE

Più in particolare l’ acido ascorbico serve per il metabolismo del tessuto connettivo (ovvero quel tessuto presente in tutto l’organismo che “connette” i vari organi) e che in bocca è rappresentato dalle gengive e dai legamenti parodontali. Quando si cominciò ad esplorare il mondo con viaggi transoceanici di lunga durata i marinai soffrivano di una malattia detta scorbuto. Tale patologia implicava il progressivo sanguinamento delle gengive che piano piano si gonfiavano con conseguente mobilità dei denti che nel giro di qualche settimana venivano spontaneamente espulsi. Lo scorbuto rappresentò per molto tempo un grosso problema per l’uomo limitandone gli spostamenti per mare al prezzo di gravi sofferenze dell’apparato della masticazione. In tempi in cui la conservazione dei cibi era molto limitata e la dieta non certamente variabile (per mare le scorte alimentari erano contingentate a gallette di pane e carne salata poiché ogni altro cibi era destinato al rapido deperimento) l’insorgenza dello scorbuto era inevitabile. Ai tempi delle esplorazioni oceaniche poi le vitamine erano sostanze sconosciute (le conoscenze sul metabolismo umano erano praticamente assenti) per cui non si sapeva quale fosse la causa di tale malattia. Lo scorbuto poteva minare pesantemente l’efficienza di una nave da guerra poiché prostrava grandemente il suo equipaggio riducendone in maniera significativa la capacità al combattimento. L’osservazione causale fatta da un medico militare inglese imbarcato sulle navi da guerra, James Lind, che l’uso di succo di limone o di arancia era efficace per combattere e soprattutto per prevenire l’insorgenza dello scorbuto, fu di fondamentale importanza. Dagli inizi dell’ottocento il regolare uso di arance e di limoni a bordo delle navi di sua maestà britannica sconfisse lo scorbuto. Da notare che la vitamina C verrà scoperta solamente nel 1930 dal medico ungherese Albert Szent-Gyorgyi Von Nagyrapolt, Premio Nobel per la Medicina.

LA VITAMINA C e LO SMALTO DEI DENTI

Ma la vitamina C oltre ad avere una estrema utilità per le gengive ha anche un lato negativo per i denti: può intaccare lo smalto dei denti. In effetti come dice il nome stesso, acido ascorbico, la vitamina C è anche un acido e come tale si comporta!. Quando alte dosi di vitamina C rimangono troppo a lungo a contatto con lo smalto lo possono danneggiare rendendolo più “poroso” e quindi più facilmente attaccabile dai batteri che provocano la carie. La continua assunzione di bevande (aranciate e limonate e cocktail), succhi di frutta, spremute, soprattutto se contengono zucchero, a lungo andare possono intaccare lo smalto dei denti e quindi provocare in maniera indiretta la carie. Attenzione quindi a non eccedere con l’introduzione di vitamina C con le bevande (da notare che se introdotta con altri alimenti o con supplementi farmacologici in compresse non provoca danni) in quanto l’uso può essere nocivo per la salute dei nostri denti. Sono quindi da limitare tali bevande ed assolutamente da proscrivere quelle con gli zuccheri aggiunti per evitare di indebolire la struttura dello smalto e favorire l’insorgenza della carie.

Lo xilitolo: il dolcificante che rivoluzionerà le nostre abitudini alimentari?

Nel Nord Europa è estremamente popolare e molto utilizzato lo xilitolo cioè uno zucchero che si estrae dal legno delle betulle (e per tale ragione viene anche chiamato zucchero del legno). Ma lo xilitolo è uguale allo zucchero che solitamente utilizziamo? In effetti lo xilitolo ha potere dolcificante ma è molto diverso dal saccarosio (cioè dallo zucchero bianco) a cui siamo abituati. Lo xilitolo è stato scoperto nel XIX secolo da Emil Fischer nella corteccia delle betulle e si è poi visto che è presente anche nella frutta come i lamponi, le fragole, le prugne e anche nel grano. Chimicamente appartiene alla famiglia degli alditoli e lo si può considerare come un mix tra uno zucchero e un alcool. Lo xilitolo viene utilizzato come dolcificante perché “rende dolce” come il saccarosio ma al contempo è molto meno calorico (circa il 40% di calorie in meno) e possiede un indice glicemico molto basso rispetto allo zucchero comune (7 contro 70). Lo si trova come sigla riportata sugli alimenti come E967. Viene comunemente utilizzato negli alimenti per diabetici, nelle gomme da masticare, caramelle gommose, cioccolato, in alcuni farmaci, e soprattutto nei dentifrici, colluttori, chewing gum.

LO XILITOLO FA BENE AI DENTI?

Si dice che lo xilitolo sia uno zucchero amico dei denti perché al contrario del saccarosio non causa la carie. Ma se è uno zucchero come è possibile che non provochi danni allo smalto?. Effettivamente lo xilitolo possiede una attività di prevenzione della carie poiché l’agente patogeno maggiormente implicato nella carie, il batterio Streptococcus Mutans che si nutre di zucchero, non può usare come proprio substrato alimentare lo xilitolo il quale ne inibisce la proliferazione batterica. In più lo xilitolo aumenta la produzione della saliva e al contempo ne diminuisce l’acidità, con una doppia azione positiva sulla placca batterica e sull’infiammazione delle gengive. Quindi lo xilitolo da una parte previene la formazione della carie e dall’altra contribuisce a mantenere sane le gengive.

GLI EFFETTI NEGATIVI DELLO XILITOLO

Lo xilitolo anche a dosi molto elevate non è tossico per l’uomo (poichè l’assorbimento è sempre molto lento e la gran parte finisce nell’intestino dove viene fermentato dai batteri li presenti): al massimo può avere effetti lassativi oppure provocare una calcolosi renale per l’aumento dell’acido ossalico urinario. Al contrario è altamente tossico per i cani poiché viene assorbito molto velocemente e induce una forte secrezione di insulina con conseguente ipoglicemia anche molto pronunciata che può portare a morte il cane. Quindi attenzione! Un alimento pressoché innocuo nell’uomo può essere mortale per i nostri amici a quattrozampe.

La gravidanza e i denti

La gravidanza è un periodo molto particolare della vita di una donna e in nove mesi si verificano tutta una serie di cambiamenti per preparare il corpo alla nascita del feto. Anche la salute orale muta profondamente poiché l’aumento dei livelli di ormoni da una parte e i cambiamenti delle abitudini alimentari dall’altra determinano l’insorgenza di patologie orali. Più in particolare l’aumento dei livelli di estrogeni e di progesterone provocano alterazioni gengivali mentre il cambiamento del regime alimentare provoca l’insorgenza di carie. Vediamo ora nei dettagli cosa succede durante i nove mesi della gravidanza.

LA GRAVIDANZA E LE MALATTIE DELLE GENGIVE

Il mutamento della situazione ormonale da una parte provoca un cambiamento della saliva (sia nella quantità che nella qualità) con la formazione di una maggiore quantità di placca dentale e di tartaro attorno ai denti, mentre dall’altra parte si hanno problemi a livello gengivale con gengiviti più o meno profonde oppure l’insorgenza di una malattia parentale vera e propria con conseguenze anche irreversibili poiché il processo infiammatorio si può estendere in profondità verso l’osso con la distruzione dei legamenti del dente e conseguente mobilità dei denti fino alla perdita degli elementi dentari (si tratta della cosiddetta gengivite gravidica). Un aspetto particolare è la formazione della epulide gravidica cioè un rigonfiamento della gengiva che può assumere anche importanti dimensioni.

LA GRAVIDANZA E LA CARIE

Durante la gravidanza si possono osservare vomito e rigurgito acido che espongono i denti all’azione dei succhi gastrici con conseguente rischio di intaccare lo smalto dei denti. Inoltre il cambiamento della dieta che tende a arricchirsi di zuccheri espone la donna all’ insorgenza di carie poiché aumentano i carboidrati presenti in bocca a disposizione dei batteri cariogeni.

PERICOLOSE CONSEGUENZE DELLE GENGIVITI IN GRAVIDANZA

Un aspetto da tenere in alta considerazione è l’aumento del rischio di parto prematuro oppure della nascita di bambini sottopeso. Infatti si riscontra clinicamente una correlazione tra le malattie parentali della madre e problemi nel nascituro. Pare che i batteri presenti in bocca durante le gengiviti possono possano penetrare nel circolo sanguigno e provocare fenomeni infiammatori sia a livello della placenta che del feto con conseguente aumento della probabilità di parto prematuro oppure di nascita di bambini sottopeso. Questi sono aspetti da non sottovalutare assolutamente.

LA PREVENZIONE

Per evitare tutte queste problematiche la prevenzione è essenziale. Regolari visite dal dentista, sedute di igiene orale, una corretta alimentazione, una dieta equilibrata, l’ abolizione del fumo di sigaretta, l’uso di gomme da masticare contenenti xilitolo, l’osservazione di una scrupolosa igiene orale sono tutte misure indispensabili per una corretta prevenzione. Si tratta di misure semplici ma altamente efficaci che determinano risultati importanti evitando complicazioni che potrebbero risultare anche molto gravi. Ricordiamo infin che anche l’uso del fluoro è indicato per rafforzare lo smalto del nascituro.